The Global Prehistory Consortium at EURO INNOVANET
 Migrazioni dal levante nell'età del bronzo finale
di Federico Bardanzellu
Secondo le prevalenti teorie archeologiche, nella penisola italiana e nelle grandi isole, gli apporti culturali "esterni" successivi all'età del bronzo finale (epoca c.d. "proto-villanoviana": 1200-900 a.C.) si sarebbero limitati alla colonizzazione greca dell'Italia meridionale (775 a.C.) o alla contemporanea colonizzazione fenicio-punica della Sardegna e di parte della Sicilia. Pur se proseguono le discussioni sul quesito se il fenomeno etrusco sia dovuto ad apporti etnici esterni o a trasformazioni culturali interne, anche in questo caso la teoria maggioritaria propende per la soluzione "interna", considerando la civiltà etrusca un'evoluzione di quella "villanoviana", a seguito di scambi economici con i Greci e i Fenicio-punici.
Tuttavia, un'analisi delle vicende del Mediterraneo orientale, contemporanee o immediatamente successive al "collasso" miceneo (1200 a.C.), e la "stasi" oggettiva dell'espansione ellenica in tutto il Mediterraneo sino a circa il 775 a.C., (c.d. Medioevo ellenico), ci induce ad ipotizzare l'esistenza di importanti apporti anche da parte di popolazioni egeo-anatoliche stabilitesi nel corridoio siro-palestinese nell'età del bronzo finale, tradizionalmente conosciute come i Popoli del Mare.
Tali popoli hanno tuttora nomi non identificati con certezza, ma sono genericamente indicati come "Popoli del Mare, del Nord e delle Isole" nelle iscrizioni in geroglifico del tempio egiziano di Medinhet Habu (12° secolo a.C.), dove sono raffigurati alcuni eserciti invasori stranieri, con al loro seguito donne, bambini e masserizie, che vengono sconfitti in battaglia dai faraoni. Anche altri documenti dell'epoca ne fanno menzione.
Le raffigurazioni rappresentano il popolo denominato degli Shardana con il copricapo cornuto, corpetto difensivo e lunga spada dall'elsa lunata; quello dei Pheleset, raffigurati con copricapo piumato; alcune raffigurazioni coeve da Enkomi (Cipro) presentano il medesimo tipo di copricapo. Gli Sheklesh, invece, presentano una specie di berretto legato posteriormente.


Nel complesso gli Sheklesh, i Pheleset e gli Shardana sono citati come "Popoli del Nord"; i Tyrsh (e ancora gli Shardana) sono citati come "Popoli del Mare (della costa?)" e/o "delle Isole", e l'archeologo inglese James Mellaart, specializzato nelle civiltà dell'Asia Minore, ha ipotizzato che gli Sheklesh e i Pheleset fossero popolazioni della Pamfilia (costa dell'attuale Turchia sud occidentale).
Un esame delle caratteristiche dell'esercito di tali popoli ci induce a definirle conformi a quelle dell'esercito greco-miceneo così come riportate nei poemi omerici. Infatti esso appare l'espressione di comunità autonome a base personale, con un proprio territorio (da cui emigrerebbero di fronte alle carestie e alla pressione di altri popoli invasori), con una complessa conformazione etnica, con una interna gerarchia.
Tutto sembrerebbe quindi indicare che i Popoli del Mare, provenienti indubbiamente dall'area egeo-anatolica (in parte anche da Creta), siano costituiti da gruppi diversi culturalmente collegati al Commonwealth greco-miceneo (Micenei essi stessi o coloni dell'Anatolia o delle isole, o altri gruppi etnici anatolici loro alleati).
Il contesto dei dati climatici e culturali confermerebbe l'esistenza, intorno alla seconda metà del XIII secolo a.C., di un collasso economico nell'area egeo-anatolica, (la grande carestia di cui parlano i documenti egiziani e ugaritici), aggravato da innegabili attacchi alle coste provenienti da popolazioni balcaniche (Dori? Frigi). A tale situazione le popolazioni avrebbero reagito con emigrazioni di massa (nella penisola ellenica gli insediamenti diminuiscono di circa il 50%!) verso territori con condizioni di vita più favorevoli (Egitto, Palestina, Italia?), anche a costo di violenti scontri con i popoli indigeni.
Per quanto riguarda la loro diffusione nel bacino del Mediterraneo, un consistente indizio archeologico potrebbero essere i ritrovamenti nell'area siro-palestinese o in Italia della ceramica del tipo Miceneo III C, in particolare quando quest'ultima, all'analisi neutronica, si rivela non importata ma prodotta sul posto. Tale tipo di ceramica è quella che gli archeologi attribuiscono ai Popoli del Mare ivi stanziati.
La diffusione dello stile precedente di tale ceramica (III B) dimostra che gruppi collegati ai Micenei vivevano già nel vicino Oriente nel XIII sec. a.C., anche se in numero piuttosto ridotto. Tuttavia in tutti gli scavi archeologici quest'ultimo stile è scomparso improvvisamente intorno al 1200, nei livelli che rivelano una distruzione violenta, ed ovunque, in seguito, riappare la successiva ceramica del tipo Miceneo III C 1 b (ceramica monocroma 1175-1125).



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