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 Matriarcato e gruppi di potere nell'Egitto dei faraoni
di Federico Bardanzellu
Per interpretare il periodo storico concernente gli ultimi faraoni della 18a dinastia è necessario un esatto inquadramento delle loro relazioni familiari. Bisogna in altre parole partire dalla considerazione che la società egiziana era ereditaria per via di madre; l'eredità, compreso il trono, in altre parole, si attuava sempre in linea matrilineare. Mai un principe poteva diventare faraone essendo figlio di suo padre, ma doveva essere marito della figlia della moglie del faraone. Nell'harem reale, quindi, c'era sempre una "grande regina" che, in virtù del titolo di "moglie principale del sovrano", trasmetteva la regalità.
Prendiamo in considerazione i sovrani dal 1414 al 1348 a.C.. secondo la cronologia di C. Aldred:: Tutmosi IV, Amenofi III, Amenofi IV/Akhenaton, Smenkh-ka-Re, Tut-ankh-Aton/Tut-ankh-Amun e Ay.
Alla fine del 15° secolo a. C. il faraone Tutmosi IV, quello che aveva disseppellito la Sfinge, sigillò un patto di alleanza con lo Stato mitannico (un potente popolo indoeuropeo della Siria settentrionale), sposando la figlia del loro Re Artatama. Nella concezione egiziana, tale evento senza precedenti, poteva significare che il faraone aveva tratto dall'esterno l'origine (o una parte dell'origine) giuridico-religiosa della propria sovranità.
Alla morte di Tutmosi IV, suo figlio Amenofi (nato dalla regina Mut-em-wiya, da molti identificata con la mitannica Artatama), allora sette-ottenne, non ebbe alcuna possibilità di sposare una sorella, perché a Tutmosi non erano sopravvissute figlie femmine. Fu allora combinato un matrimonio con una bambina di quattro anni, Tiye, che tutti gli storici ritengono di stirpe non regale, figlia di due coniugi classificati come "borghesi": Yuya e Tuyu.
Yuya era in ogni modo un personaggio molto influente nell'Egitto dell'epoca; egli aveva un'alta carica militare, il comando, in altre parole, della cavalleria sui carri da guerra, l'arma più potente. La sua mummia, imbalsamata con una tecnica indubbiamente avanzata anche per l'antico Egitto, ci rivela tratti europoidi: alcuni studiosi appassionati di cinema non hanno esitato a paragonarla alla figura atletica dell'attore Charlston Heston. L'aspetto di Tuyu, al contrario, era tipicamente egizio.


Personalmente riteniamo che la scelta sulla piccola figlia di "Charlston Heston" non possa essere stata effettuata che per cementare nuovamente l'alleanza con i Mitanni. Yuya doveva pertanto appartenere ad un gruppo di guerrieri mitannici, stanziati in Egitto come "consiglieri militari", forse addirittura come agenti del popolo asiatico. Sicuramente, sino al raggiungimento dell'età della ragione, da parte del giovane sovrano, rappresentò l'uomo forte dell'impero. La stessa Tiye, in quanto figlia di un tale personaggio, non dovette limitarsi a rivestire il ruolo di mera consorte del faraone, ma sembra che abbia avuto un'influenza determinante sulle decisioni del marito.
Amenofi III ebbe almeno tre figli dalla sua "moglie principale": la primogenita Sit-Amun, l'erede designato Tutmosi, che premorì, ed il suo effettivo successore, Amenofi IV, che mutò poi il suo nome in Akhenaton.

Gli studiosi rilevano che Amenofi IV non sposò sua sorella Sit-Amun bensì la misteriosa Nefertiti, e non sanno spiegarsene il motivo. Né è chiara l'estrazione familiare della nuova regina.
P. Vandemberg la identifica con una certa Taduchipa, figlia del Re mitannico Tushratta, successore di Artatama, già moglie secondaria dell'anziano Amenofi III, che sarebbe successivamente convolata a nozze col nuovo faraone, assumendo il nome di Nefertiti. Tale identificazione non calza, se si accoglie la teoria di Aldred, il quale ritiene che i due Amenofi (III e IV) abbiano avuto circa un decennio di reggenza in comune. Il 28° anno di Amenofi III corrisponderebbe cioè al primo anno di regno di suo figlio; poiché Nefertiti sposò Amenofi IV/Akhenaton durante il primo anno di regno, non può essere identificata con la mitannica Taduchipa che sposò il vecchio Amenofi III durante il 36° anno di regno di quest'ultimo, in quanto tale anno corrisponde almeno al 9° anno di Akhenaton, che, all'epoca aveva già accanto Nefertiti.
Aldred ipotizza invece che Nefertiti fosse figlia dell'alto funzionario Ay, e ritiene costui un fratello minore della regina Tiye. L'egittologo si basa su un solo indizio: la circostanza che in alcuni casi Ay è ricordato come "Padre del Dio", appellativo che potrebbe significare "il suocero del faraone"; essendo all'epoca Akhenaton il Faraone, secondo Aldred conseguirebbe che sua moglie (Nefertiti) fosse la figlia del predetto Ay. A nostro parere l'ipotesi è decisamente labile: non si può escludere, infatti, che Ay possa essere stato il padre di una moglie secondaria di Akhenaton. Tra l'altro, il nome di una di esse, Kya, si accorderebbe foneticamente con i nominativi degli altri discendenti del "consigliere militare" Yuya (Yuya, Tiye, Ay, Kya).


Riteniamo, comunque, assolutamente da respingere qualsiasi supposizione che rimetta in discussione la norma ereditaria matrilineare. Contrariamente a quanto era successo per l'ascesa al trono di suo padre, Amenofi IV non poteva salire al trono senza aver sposato sua sorella Sit-Amun. Ne consegue che sua sorella Sit-Amun e la sua "moglie principale" Nefertiti erano la stessa persona, che cambiò nome al momento delle nozze con l'erede al trono. Non è ipotizzabile, infatti, che la regina Tiye abbia permesso l'acquisizione del trono da parte di chicchessìa, senza tener conto dei diritti e delle prerogative di sua figlia primogenita. L'ipotesi di chi scrive, infine, è suggellata dal titolo di "moglie principale del sovrano" spesso attribuito a Sit-Amun, sino all'anno 37° di suo padre. Poiché nell'antico Egitto i rapporti incestuosi tra padre e figlia erano banditi, ne consegue che il sovrano di cui Sit-Amun era moglie principale, non poteva essere Amenofi III (la cui "moglie principale" Tiye era ancora vivente), bensì il coreggente Amenofi IV/Akhenaton.
Anche la posizione di Nefertiti, durante il regno di Akhenaton, non dovette essere meramente rappresentativa, ma, al contrario, il suo ruolo politico fu ampiamente riconosciuto sia dai contemporanei, che dagli storici dell'antichità. Nei rilievi del tempio di Aton a Karnak, il cartiglio col nome di Nefertiti appare ben 564 volte, contro le sole 320 del faraone Akhenaton.
I quattro più importanti storiografi del periodo, Manetone, Flavio Giuseppe, Sesto Giulio Africano ed Eusebio, concordano nel ritenere succeduta al faraone Amenofi III "sua figlia Achencheres (o Achencherserses)", che regnò per un periodo di dodici anni. Sembrerebbe quasi, da tali considerazioni, che il ruolo politico dell'epoca fosse rivestito dalla regina, mentre Akhenaton si sia riservato esclusivamente funzioni di "Pontefice massimo". Impegnato nel portare avanti la sua "rivoluzione religiosa", finalizzata alla sostituzione degli antichi dei con il culto di Aton, Akhenaton avrebbe lasciato alla regina prima la "coreggenza di fatto"(anni 1377-67), e poi tutte le sorti dello Stato (1367-65). E' da notare che le date in questione confermano il dodicennio di regno attribuito dai quattro storici citati alla misteriosa Achencheres.

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