The Global Prehistory Consortium at EURO INNOVANET
Segni, iscrizioni, organizzazione e messaggi della scrittura Proto-Europea
di Marco Merlini
Quali erano i segni-radice che componevano la scrittura sacra del' Antica Europa ?
Ecco in sintesi alcune caratteristiche dell' Old European Script.
Una madre in trono con figlio in braccio. Provengono dal piccolo villaggio di Rast (Romania Occidentale) e appartengono alla cultura Vincha. Entrambi sono coperti di strani motivi geometrici e astratti che fanno pensare a segni di scrittura. Un fatto sconcertante, perché questa "Madonna" ha oltre 7.000 anni. L'Europa neolitica Sud-Occidentale ha sviluppato una propria scrittura 2.000 anni prima dei sumeri e degli egizi? E' esistito un antico script proto-europeo andato perduto?

Diversi metri di libri sulla storia della scrittura hanno cercato di convincerci che la nostra civiltà sia nata 5.000 anni orsono e si sia affermata sulle altre perché siamo riusciti a divenire homo scribens. Per l'invenzione dovremmo ringraziare la sagacia di sumeri ed egiziani, spinti da esigenze economico-amministrative.

Questo sito intende invece documentare l'esistenza della scrittura nell'Antica Europa ben 7.000 anni fa, mettendo alla portata del grande pubblico i reperti degli ultimi scavi e i più recenti studi archeologici e semiotici.

Era uno script che fissava su pietra o su argilla le immagini e i simbolismi religiosi delle antiche popolazioni balcanico-danubiane e che veniva impiegato nei rituali. Non servì a far di conto nelle transazioni commerciali e a memorizzare documenti amministrativi, ma per "parlare con gli dei".

Originatasi nei Balcani centrali, in luoghi passati al vaglio delle bombe Nato durante la guerra contro Milosevic, la scrittura proto-europea ebbe uno sviluppo indigeno (Marler, 1997). Dilagò rapidamente nella valle del Danubio, in Ungheria meridionale, Macedonia, Transilvania, Grecia settentrionale. Fiorì sin verso il 5.500 dal tempo presente (t.p.), quando avvenne un rivolgimento sociale: invasioni di nuove popolazioni secondo alcune interpretazioni, sovrapposizione di nuove elite secondo altre. L'Europa neolitica sviluppò quindi un proprio script andato perduto.

Ma perché le popolazioni proto-europee avrebbero dovuto mettersi a scrivere? Raffigurazioni animali e umane, ceramica, agricoltura, metallurgia del rame, palazzi e templi, tecnologie tessili, navi: all'incirca 10.000-9.000 anni orsono, tribù di cacciatori e raccoglitori della sponda occidentale del mar Egeo iniziarono a seguire nuove tecniche importate dall'Anatolia meridionale. Dopo un rodaggio a tratti drammatico di uno-due millenni, l'agricoltura garantì una tangibile prosperità. Comunità semi-sedentarie e agricole sorsero fin dall'inizio del nono millennio t.p. La lavorazione del rame apparve intorno al 7.500. Commerci e comunicazioni incoraggiarono lo sviluppo culturale. Le prime rotte transitarono per i fiumi e i mari, come si deduce dai motivi ceramici che attestano l'esistenza di barche a vela fin dall'ottavo millennio da oggi. Culturalmente, tecnicamente e socialmente, la velocità di sviluppo europea superò quella dell'Asia minore e della Mesopotamia (Haarmann, 1998).

All'interno di questo scenario dinamico, senza un progresso nel simbolismo dei segni astratti-arbitrari e una qualche forma di ars scriptoria sarebbe stato impossibile immagazzinare e comunicare la gran mole di informazioni necessarie sulle tecnologie, sul potere della mente e dei sentimenti, la natura e il cosmo.

La scrittura proto-europea non solo è andata perduta ma, quel che ne resta, è impenetrabile a ogni tentativo di decifrazione. Non si sa nulla, infatti, della lingua di riferimento. Inoltre, è troppo antica per sperare nella fortuita scoperta di una "Stele di Rosetta" che ne permetta la trasposizione in una scrittura conosciuta. (Merlini in preparazione)

Pur se perduta e non (ancora) decifrata, l'archeologa Marija Gimbutas e un numero crescente di studiosi come Harald Haarmann, Joan Marler o Dusko Aleksovski concordano che si tratta di una "vera scrittura". Non va confusa con simboli religiosi, un linguaggio figurato, sistemi di supporto alla memoria, formule magiche, mappe stellari e terrestri, marchi di fabbrica o di proprietà.

Che cosa spinge un numero crescente di archeologi e linguisti ad affermare che ci troviamo di fronte a una scrittura a tutto tondo?